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AGAMENNONE
di Eschilo

«Assai malamente il demone ci ha colpiti con il suo artiglio pesante... »

Sono passati dieci anni da quando il re Agamennone partì dalla terra di Argo per vendicare Il rapimento della bella Elena, moglie del fratello Menelao, ad opera di Paride, principe troiano. Prima che l’esercito salpasse, però, l’indovino Calcante aveva pronunciato un terribile responso oracolare: perché e il vento potesse finalmente gonfiarele vele delle navi argive, Agamennone avrebbe dovuto sacrificare la sua figlia primogenita, Ifigenia. Così sofferse il padre di farsi sacrificatore della figlia.I vecchi argivi, testimoni muti dei fatti, restarono a guardia della città osservando giorno dopo giorno il dolore della regina Clitemnestra trasformarsi segretamente in qualcosa di tremendo. L’intera città, calata in una densa oscurità,ora attende il ritorno del sovrano...

L’Agamennone di Eschilo propone la messinscena di una delle più grandi tragedie dell'antichità classica, il cui senso deve essere colto all'interno della trilogia di cui rappresenta la prima parte, l'Orestea di Eschilo. Secondo tutta la critica antica e moderna, è questa l’opera che affronta in maniera sublime alcuni temi chiave che hanno impegnato le riflessioni del mondo arcaico greco: l'ineluttabilità del destino, la catena inestricabile dei delitti di sangue che richiama- no vendetta, il rapporto con gli dèi, la nascita della legge della città in contrapposizione alla pura logica naturale.

Lo spettacolo offre un’interpretazione fedele all’ originale, con studiate traduzioni e con una vivacissima resa scenica.

Il primo studio in frammenti è stato ospitato in diversi spazi teatrali e scuole superiori presso Milano, Varese, Lugano e Bellinzona.
Una versione alternativa dello spettacolo, elaborato sotto forma di lettura drammatizzata e titolata
La casa degli Atridi, è stata ospitata a Matera (Capitale Europea della Cultura 2019) in occasione di diversi eventi culturali. Nel 2016 è stata inserita in un progetto formativo promosso dalla Casa Circondariale di Novara in affiancamento a un dibattito sul tema della violenza e della ricerca dell’identità nel mondo del carcere.

Direzione Artistica: Christian Poggioni 
Regia: Eri Çakalli 

 

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