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FEDRA
di Seneca

«Io la riconosco, in me, la malattia mortale di mia madre, la sventurata: è nelle foreste che i nostri amori si trasformano in peccati. »

Fedra, figlia di quella Pasifae che partorì l’uomo-toro, il Minotauro; Fedra, figlia di Minosse e sorella di Arianna, è ormai moglie di Teseo.
Sola e abbandonata dal marito, lontano da casa da molto tempo, vive ora nella reggia di Atene. Il suo stupore si risveglia alla vista di Ippolito, figlio del suo sposo. Ippolito è giovane e ribelle e il profilo di quell’adolescente le ricorda Cnosso. Il ragazzo però, votato a Diana, si dedica alla vita selvaggia: nella foresta vergine e incontaminata, che è il luogo di Ippolito, Fedra traccia la strada a senso unico della Fatalità. È un incesto il suo amore.

L’archetipico e antico mito greco di Fedra viene riproposto al pubblico contemporaneo attraverso la rilettura teatrale del filosofo Seneca. L’autore dipinge nel dramma una donna vittima di un amore passionale e proibito, che l’attrae irresistibilmente e, allo stesso tempo, la ripugna. Le tinte forti, ambigue e doppie, di questo personaggio, una moglie trascurata dall’importante marito e una madre innamoratasi del proprio figliastro, vengono esaltate dalla teatralizzazione che arriva a impressionare fortemente il pubblico.

Seneca con questo genere di testo, probabilmente desiderava far sperimentare al pubblico del suo tempo (I sec. d.C.), esattamente come avviene con quello di ora, quanto possa essere distruttivo lasciare libero sfogo agli impulsi e alle passioni non trattenute da una sapienza riflessiva. Lo spettacolo Ferdra di Seneca, presentato per la prima volta sotto forma di studio nel novembre del 2016, è frutto di una ricerca approfondita sulla natura del dramma senecano. La riflessione sulla rappresentabilità del testo, considerato da molti studiosi come un prodotto di stampo prettamente letterario e non teatrale, ha coinvolto e coinvolge tutt’ora un nutrito gruppo di studiosi, artisti e ricercatori sotto la guida del direttore drammaturgico Elisabetta Matelli. L’Associazione Kerkis. Teatro Antico In Scena ha raccolto la sfida: quanto la messinscena teatrale di questo testo può dimostrare il vero senso pedagogico delle parole dell’autore?

Direzione drammaturgica: Elisabetta Matelli 
Regia
: Eri Çakalli

Scene e costumi: Dino Serra e Chiara Barlassina

Con il patrocinio di:

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