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IONE
di Euripide

«Perché io, senza padre né madre, onoro col mio servizio il santuario di Febo, che mi ha nutrito »

Creusa, figlia del re di Atene, concepisce con il dio Apollo un figlio. Vergognandosi della violenza subita all’insaputa di tutti, la donna abbandona il neonato, che viene però raccolto dal fratello di Apollo, Ermes, e portato a Delfi. Qui cresce nel tempio come servo del dio. Anni dopo, proprio Creusa e il marito Xuto giungono a Delfi per sapere dall’oracolo perché non riescono ad avere figli...

 

In una climax ascendente di vicissitudini, la tragedia Ione di Euripide, nonostante sia raramente rappresentata, affronta tematiche di estrema attualità: il contrasto tra materni- tà e paternità adottive e di sangue, la ricerca della identità attraverso le figure genitoriali e la cittadinanza, l’emarginazione degli stranieri; ma anche l’oscurità della conoscen- za umana, che porta con sé gravi inganni. Lo spettacolo, prodotto per la prima volta nel 2012 in occasione della prima edizione del Corso di Alta Formazione Teatro Antico In Scena dell’Università Cattolica, è stato ripreso e riallestito più volte nel corso degli anni dall’Associazione Kerkis. Teatro Antico In Scena. Esso è inserito nel ciclo dedicato alle figure femminili della tradizione letteraria e teatrale e raccoglie in sè molte riflessioni sulla condizione della donna anche in relazione alla società contemporanea.

 

La protagonista, Creusa, è una donna forte e debole al tempo stesso. Debole nell’essere stata, giovanissima, vittima non consenziente di un abuso sessuale perpetrato da un dio (Apollo) e nell’aver abbandonato – per paura - il figlio nato da quell’incontro. Forte nella sua reazione a questa maternità subita e poi negata. Un gioco di equivoci (guidato dall’alto dalla provvidenza del dio) farà sì che ella incontri molti anni dopo, senza riconoscerlo, il figlio partorito di nascosto. Il sentimento di attrazione e repulsione tra i due personaggi quando s’incontrano casualmente a Delfi porta Creusa vicino a un omicidio verso questo giovane adolescente, nel quale avverte un pericolo. Grazie all’intervento di Atena, anche in questo caso, la tragedia (prototipo del moderno dramma a intrigo) avrà un sorprendente lieto fine.

Direzione drammaturgica: Elisabetta Matelli 
Direzione artistica e regia: Christian Poggioni

Allestimento: Simone Mauri e Giulia Quercioli

Scene e costumi: Dino Serra

Musiche: Adriano Sangineto
 

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