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MISANTROPO
di Menandro

«Sbagliavo, magari, ma solo nel pensare che, tra tutta questa gente, io ero il solo bastante a sé»

Foto di Camilla Canalini e Giulia Ceravolo

Mentre la sua caotica famiglia è a File per preparare un banchetto al tempio di Pan, Sostrato, giovane e ricco cittadino, si innamora perdutamente di una deliziosa ragazza di campagna. La fanciulla è però figlia di Cnemone, un anziano burbero e asociale, che si tiene lontano dal resto degli uomini e non permette a nessuno di oltrepassare la soglia della sua casa. Riuscirà Sostrato, tra mille peripezie, a conquistare la ragazza e, soprattutto, a convincere quel vecchio misantropo del padre?

 

La caricatura del personaggio misantropico in questa commedia propone un archetipo destinato ad avere grande fortuna in epoche successive: pensiamo al Misantropo di Molière, al Timone d'Atene di Shakespeare, al Sior Todero brontolon di Goldoni, l'incompleto Misantropo di Shiller e a quello di Eugene Labiche. In particolar modo la commedia di Menandro, insieme alla comicità della caricatura di questo difetto umano, offre spunti di riflessione importanti anche sui temi dell'amicizia, del matrimonio come autentico legame d'amore, del rapporto gene- razionale tra padre e figlio, della possibilità di superare le distanze e le diversità tra le classi sociali.

 

Direzione drammaturgica: Elisabetta Matelli 
Direzione artistica e regia: Christian Poggioni 

Musiche: Adriano Sangineto

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