IONE
di Euripide
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«Perché io, senza padre né madre, onoro col mio servizio il santuario di Febo, che mi ha nutrito »
Creusa, figlia del re di Atene, è stata vittima, giovanissima, di un abuso sessuale perpetrato dal dio Apollo. Da questa violenza, nasce un figlio, ma la giovane, vergognandosi della violenza subita all’insaputa di tutti, abbandona il neonato, che viene però raccolto dal fratello di Apollo, Ermes, e portato a Delfi. Qui cresce nel tempio come servo del dio. Anni dopo, proprio Creusa e il marito Xuto giungono a Delfi per sapere dall’oracolo perché non riescono ad avere figli. Un gioco di equivoci, guidato dall’alto dalla provvidenza del dio, farà sì che Creusa incontri così, a distanza di molti anni e senza riconoscerlo, il figlio partorito di nascosto. Il sentimento di attrazione e repulsione tra i due personaggi porta Creusa a escogitare un tentato omicidio contro questo giovane, nel quale avverte un pericolo. Grazie all’intervento di Atena, la tragedia, prototipo del moderno dramma a intrigo, avrà un sorprendente lieto fine.
In una climax ascendente di vicissitudini, lo Ione di Euripide, raramente rappresentato, affronta tematiche di estrema attualità: il trauma e l'isolamento delle vittime di violenza, il contrasto tra maternità e paternità adottive e di sangue, la ricerca dell'identità attraverso le figure genitoriali e la cittadinanza, l’emarginazione degli stranieri, ma anche l’oscurità della conoscenza umana, che porta con sé gravi inganni.