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"La Casa degli Atridi Lettura teatrale dall’Agamennone di Eschilo" l' 8 agosto a Matera

Sono passati dieci anni da quando il re Agamennone partì dalla terra di Argo con uno stuolo di navi argive per vendicare un’imperdonabile offesa: il rapimento della bella Elena, moglie del fratello Menelao, ad opera di Paride, principe troiano. Prima che l’esercito salpasse, però, l’indovino Calcante aveva pronunciato un terribile responso oracolare: perché gli dei fossero favorevoli e il vento potesse finalmente gonfiare
le vele, Agamennone avrebbe dovuto sacrificare alla dea Artemide la sua figlia primogenita, Ifigenia. Così sofferse il padre di farsi sacrificatore della figlia.
I vecchi argivi, testimoni muti dei fatti, restarono a guardia della città osservando giorno dopo giorno il dolore della regina Clitemnestra trasformarsi segretamente in qualcosa di tremendo. L’intera città, calata in una densa oscurità, ora attende il ritorno del sovrano.
 
Nello spazio del Monastero di Santa Lucia alla Civita, nel meraviglioso rione dei Sassi, risuona lo stile tragico e sublime di Eschilo che fa vibrare suggestioni senza tempo. La lettura teatrale dall’Agamennone di Eschilo portata da KERKÍS ripercorre per frammenti una delle più grandi tragedie dell'antichità classica con tre attori, Christian Poggioni (Sentinella, Coro, Agamennone), Giulia Quercioli (Clitemnestra) e Chiara Arrigoni (Cassandra). In questo adattamento, che accoglie insieme alle parole di Eschilo gli interventi di un narratore testimone sbigottito dei fatti, il pubblico segue la vicenda della famiglia degli Atridi dai suoi antefatti, che riportano al giorno del sacrificio di Ifigenia e alla partenza della flotta verso Troia. 
 
Sotto gli sguardi inquieti del coro di anziani della città, i personaggi del dramma, uno dopo l'altro, si introducono nelle maglie di una inestricabile rete mortale che avviluppa la famiglia degli Atridi in una catena di delitti. Nel compiersi di questo oscuro destino l’immagine di Ifigenia si ripresenta come uno spettro là dove il testo stesso di Eschilo la evoca e accompagna il culmine del pathos che si scioglie con il compianto sul corpo del re morto.
 
Secondo tutta la critica antica e moderna, è la trilogia dell'Orestea di Eschilo (di cui Agamennone costituisce la prima parte) l’opera che affronta in maniera sublime alcuni temi chiave che hanno impegnato le riflessioni del mondo arcaico greco: l'ineluttabilità del destino, la catena inestricabile dei delitti di sangue che richiamano vendetta, il rapporto con gli dèi, la nascita della legge della città in contrapposizione alla pura logica naturale.
 
Regia CHRISTIAN POGGIONI
Adattamento drammaturgico CHIARA ARRIGONI 
 
Con
CHRISTIAN POGGIONI (Sentinella, Coro, Agamennone)
GIULIA QUERCIOLI (Clitemnestra)
CHIARA ARRIGONI (Cassandra)
 
Voce solista
Arianna Paolicelli

 

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